Luoghi di interesse

1 – Cantina Frentana: la Torre Vinaria
La Cantina Frentana, insieme alla Cantina Sangro con cui si è fusa di recente, è una cooperativa di viticoltori ed è la cantina leader della zona Frentana: produce vini di qualità, puntualmente premiati dalla critica internazionale, che esporta in tutto il mondo. (vedi www.cantinafrentana.it).

Per il visitatore di particolare interesse è la Torre Vinaria, alta quasi venticinque metri.

Circolare, fu costruita negli anni ’60 del novecento ed era, per l’epoca, una struttura avveniristica, strutturata su cinque piani, ciascuno attrezzato con 16 vasche in cemento disposte a corona intorno a un vano centrale per attuare una vinificazione “per caduta”. Un concetto moderno di qualità a cui si abbinava già allora il monitoraggio delle le temperature di fermentazione vasca per vasca da un quadro di comando.

Oggi la torre, resa obsoleta dalle nuove tecnologie, è stata riconvertita: l’ultimo piano è diventata una sala panoramica, con un terrazzo circolare soprastante, per la degustazione dei vini e per l’organizzazione di eventi.

La Sala è dotata di una cucina professionale, impianto di climatizzazione, di amplificazione e proiezione su due maxi schermi.

A questa altezza di quasi 30 metri si possono vedere il mare Adriatico, il Gran Sasso, la Maiella, i vigneti dei soci, e i boschi che ricoprono i “fossi”, le strette valli che scendono al mare.

Chi arriva in bicicletta alla Cantina gode di un trattamento di favore per l’acquisto dei vini e la loro consegna a domicilio.

2 – Rocca San Giovanni e le sue tracce medievali
Bandiera arancione dei Borghi più belli d’Italia del TCI. Dalla scenografica piazza si diramano le strade principali con i relativi vicoli, molti dei quali abbelliti da fioriere. Nella piazza campeggiano i principali monumenti: la Chiesa parrocchiale del XII secolo voluta dagli abati di San Giovanni In Venere, dove si ammirano una statua lignea di Madonna con bambino e un affresco dell’ultima cena del pittore novecentesco Amedeo Trivisonno, la Torre Campanaria e il Palazzo municipale del XIX secolo. Sul lato sudest dell’abitato lungo e stretto, che sorge lungo un crinale, ci sono resti delle mura medievali, rinforzate in epoca più tarda, con un torrione e la residua presenza di “orti medievali” con piante di agrumi.

3 – Belvedere Marconi e San Vito Chietino
Da questo ampio piazzale, all’estremità orientale del paese di San Vito Chietino, lo sguardo spazia tra il mare, con il molo di San Vito e il porto di Ortona, e le vette della Maiella e del Gran Sasso, abbracciando così la ricchezza di paesaggi dell’Abruzzo. Si ammira inoltre un’opera architettonica d’altri tempi: il viadotto della Ferrovia Sangritana, con le sue caratteristiche arcate, che dalla marina serpeggia verso il colle.

4 – Eremo dannunziano
L’ “eremo” è una piccola dimora rurale su un promontorio affacciato sul mare, dove il celebre poeta abruzzese Gabriele D’Annunzio trascorse alcuni mesi della propria vita, in compagnia di Barbara Leoni. Qui scrisse il romanzo “Il trionfo della morte”, racconto di un amore tormentato che si conclude tragicamente con il suicidio della donna. L’abitazione conserva semplici arredi e cimeli del “vate”.

5 – Trabocchi
A poca distanza dall’Eremo dannunziano, il Trabocco del Turchino è quello descritto da D’Annunzio nel suo Trionfo della morte.

Il tratto della ciclovia che si estende tra Fossacesia Marina e la frazione Vallevò è quello che meglio consente di ammirare queste tradizionali macchine da pesca, dai nomi evocativi: Punta Cavalluccio, Spezzacatena, Punta isolata… 

Da questo mirabile esempio del rapporto uomo-ambiente si è plasmata la figura del traboccante, pescatore e agricoltore al tempo stesso, che costruiva da sé l’ingegnosa struttura da pesca.

6 – Riserva naturale Fosso delle farfalle
Collocata tra i territori di Rocca San Giovanni e San Vito, il percorso che inizia da Vallevò è percorribile in mountain bike per alcuni tratti.  Solcato da un ruscello dalle acque cristalline, si caratterizza per la ricchezza della sua biodiversità. Vi dimorano pioppi, salici, olmi, e più raramente la farnia e l’ontano. La Riserva è ricca anche dal punto di vista faunistico, spicca la presenza dell’ormai raro granchio di fiume. Il suo nome deriva dai resti di una Grotta, denominata per tradizione “delle Farfalle”, tappezzata di felci e licheni, che si trova non lontano dalla costa.

7 – Cristo degli abissi
In un tratto molto panoramico della ciclovia, tra i trabocchi Sasso della Caiana e Punta Tufano e a poca distanza dall’approdo per le barche da pesca, si scorge una piccola scultura raffigurante il Cristo degli abissi. E’ una copia dell’originale in bronzo collocato nel fondale antistante nel 1994, opera del noto scultore abruzzese Vito Pancella. Il Cristo degli abissi è stato voluto dalla piccola comunità di pescatori di Vallevò in segno di devozione, e coloro che si avventurano in mare invocano la Sua protezione. 

8 – San Giovanni in Venere e Fossacesia
San Giovanni in Venere
è una delle più importanti abbazie benedettine dell’Italia peninsulare.  Sorge in territorio di Fossacesia ed è situata sulla sommità di un poggio dal quale si osserva un ampio panorama costiero.  Eretta sui ruderi di un tempio pagano dedicato a Venere, l’attuale complesso, in stile romanico, costituto dalla basilica e dal contiguo monastero, risale al XII e XIII secolo e si deve principalmente all’opera dell’abate Oderisio II.

Risaltano la sua severa e armoniosa struttura e molti elementi d’arte come il Portale della Luna nella facciata posta a nord, le absidi protese verso il mare, la cripta che conserva colonne provenienti dall’antico tempio pagano e affreschi medievali nella parte interna delle absidi, il chiostro con il suo porticato arricchito dalle eleganti trifore duecentesche.

La visita dell’abbazia si conclude con un breve percorso pedonale che termina nel Belvedere sovrastante il Golfo di Venere. La vista spazia da Punta Penna di Vasto fino al porto di Ortona, con i numerosi trabocchi, le spiagge, le calette, le scogliere.

9 – Riserva naturale Lecceta di Torino di Sangro
Ha ormai vent’anni questa riserva regionale di 180 ettari nata per proteggere uno dei pochi boschi litoranei nativi rimasti lungo l’Adratico. Si estende dalla foce del fiume Sangro fino ad al cimitero di guerra inglese, posto sulla collina. Il bosco ha una ricca biodiversità con molte specie arboree, anche se è netta la prevalenza del leccio e della roverella, e ospita una rara popolazione di vite selvatica europea (Vitis sylvestris), oggetto di un progetto di tutela promosso dalla Cantina Frentana. Altrettanto ricca la fauna, con la più ampia popolazione di testuggine terrestre della regione. Le numerose specie di uccelli rendono interessante il birdwatching; per un’escursione è possibile scegliere tra i diversi percorsi che attraversano la riserva, con affacci mozzafiato sul mare, attrezzati anche per la mountain bike, oltre che consumare il pic-nic nelle apposite aree attrezzate.

10 – Cimitero di guerra Sangro River a Torino di Sangro
Questo pendio verde che guarda l’azzurro del mare, ricoperto di tombe allineate a semicerchio e dominato dal silenzio, fa ripensare con commozione alle tragedie del novecento e all’assurdo bilancio di vite umane, vittime della guerra. Lungo le sponde del fiume Sangro, nella parte finale della linea Gustav, fu combattuta, nel novembre del 1943, una cruenta battaglia, che costò la vita a migliaia di soldati dell’VIII Armata britannica, comandata dal generale Montgomery, e della la X Armata tedesca, arretrata solo dopo una strenua resistenza. Le bianche lapidi ricordano la nazionalità soldati caduti, di giovanissima età: 1790 sono del Regno Unito, molti sono gli indiani, 385 di loro sono sepolti nelle tombe, per altri 517, cremati, è stato eretto un monumento commemorativo; vi sono poi Neozelandesi, Sudafricani, Australiani e Canadesi.

11 – Castello di Septe
Su un’altura da cui controlla la sottostante vallata del Sangro, parla di un storia iniziata con i Longobardi tra il IX e il X secolo. La struttura originaria è ormai poco visibile per i molti rimaneggiamenti ma rimane la sua imponenza nella sua forma tardo medievale – rinascimentale. Ora è sede di un ristorante. Nei pressi si trova un pannello informativo che ricorda la battaglia sul fiume Sangro nella seconda guerra mondiale.

12 – Mozzagrogna
Si affaccia sulla valle del Sangro e da diversi punti d’osservazione, in particolare dalla frazione di Villa Romagnoli, si gode dei panorami che spaziano dal mare ai rilievi montani. E’ stato teatro di una cruenta battaglia nel corso della seconda guerra mondiale.

La Villa di Marcantonio, in stile liberty, è attribuita a Gino Coppedè e risale all’inizio del ‘900.

13 – Santuario di Santa Maria Imbaro
Il santuario esisteva già nell’XI sec. e diede il nome alla località. Si erge nei pressi della traccia del Tratturo Magno L’Aquila-Foggia, il percorso attraversato per secoli, in primavera, dalle greggi in transumanza, dal Tavoliere della Puglia alle montagne d’Abruzzo, e nuovamente in settembre in senso inverso: ne restano tracce visibili. Nel corso dei secoli l’impianto romanico della chiesa è stato più volte modificato, soprattutto per riparare i danni del terremoto del 1456. Il portale risale alla fine del XII secolo.

14 – Cantina Sangro
Si tratta del secondo stabilimento produttivo della Cantina Frentana, che a seguito della recente fusione delle due cooperative ha mantenuto una sua linea di prodotti e un attrezzato punto vendita, dove si possono trovare le stesse condizioni di favore per i ciclisti.